Una creazione e la sua storia

Una creazione non è solo una cosa da valutare, ammirare, comprare.
E' il risultato di impegno, studio, prove su prove, frustrazioni, accordi con chi la commissiona. 

Se potesse farlo, racconterebbe particolari aneddoti, storie, ricordi legati alla persona che l'ha realizzata: ad esempio potrebbe dire che quando la vita mette a dura prova, la creatività può salvare da un baratro, con il supporto della musica del cuore, quella che fa sentire vivi.

Oppure svelerebbe che una tecnica imparata per caso o una creazione realizzata in modo estemporaneo, sono riuscite ad entrare a pieno titolo nel repertorio creativo. 
 


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Fabris solutions

ViVo creativity - ti racconto una creazione

"Le cose nate per caso sono sempre le migliori!" mi hanno raccontato Donatella ed Eligio, coppia nella vita, nel lavoro e nella creatività con 
Fabris solutions

Avanzava un pezzo di sughero, speciale perché realizzato da loro con una precisa ricetta originale e...

"Dovevamo partecipare a una fiera per gli sposi, era tutto pronto, espositori compresi. A Eligio avanzava un disco tondo di sughero, che di solito usava per orologi o sottopentola. 
Gli è venuta l'idea di decorarlo con due colombe e infilarci due spilli. 

Non era previsto, ma ha voluto portarlo in fiera, senza crederci troppo. Ha avuto tanto riscontro e da allora ne abbiamo fatti moltissimi altri!".


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La foresta di Avalon


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Com’è nato un segnalibro di legno pirografato che mescola l’Egitto agli anni ‘30?
Lo raccontano Ada e Sonia, mamma e figlia di La foresta di Avalon!!

"La persona che lo ha commissionato ci ha chiesto un segnalibro che fosse pirografato su entrambi i lati, ma questo nella foto è stato il lato più impegnativo.

È ispirato ad un’illustrazione degli anni Trenta ed avendo tantissimi elementi era un soggetto di difficile realizzazione fin dal principio.

Abbiamo dovuto fare molte prove sia nel disegno che nella pirografia. In totale abbiamo dovuto fare tre tentativi prima di riuscire a trovare le dimensioni che ci permettessero di lavorare includendo tutti gli elementi.
Inoltre, questa parte del segnalibro è piena di simboli.

La figura doveva rappresentare la femminilità, ma anche la rinascita, e allo stesso tempo contenere anche elementi caratteristici che richiamassero le atmosfere egizie.

Nonostante tutto l’impegno e i tempi abbastanza lunghi questo è stato uno dei segnalibri di cui andiamo più fiere perché è stato molto stimolante e allo stesso tempo abbiamo parlato con una cliente che sapeva esattamente ciò che voleva e che desiderava una creazione che la rappresentasse appieno.
C’è molto del personale in quest’opera e sapere di poter creare qualcosa di così intimo e che abbia un certo significato per qualcuno è una delle cose che amiamo di più nel nostro lavoro!".


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Annadel Revolutionary brand


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Forse in tutte le creazioni di Annadel c’è un fortissimo legame con la storia del papà e il ricordo della sua abnegazione per conquistare lavoro e rispettabilità, e di quel furgone su cui una bimba saliva felice come fosse la giostra più bella del mondo!

"Ti parlo del furgone che si intravede dietro alla click rock, perché fa parte di un periodo felice della mia infanzia.

Mio padre, un meridionale venuto al nord negli anni 50, quando ancora i pregiudizi erano fortemente papabili, aveva forse 14 anni quando insieme al fratello più grande ha avuto il coraggio di lasciare la sua terra e la sua famiglia per lavorare.

Conobbe mia madre dopo avere girato mezza Italia e si stabilì a Brescia, dove siamo nati io ed i miei fratelli, lui era un commerciante di biancheria per la casa porta a porta. Ha affrontato molti ostacoli ma non si è fermato mai, una tenacia ed una forza che ancora possiede per fortuna. 

Aveva un furgone come questo e lo riempiva con i suoi fantastici prodotti sartoriali, anche ricamati a mano, si spostava in lungo ed in largo, è stato capace di crearsi una cerchia di clientela che lo stimava ed immancabilmente acquistava sempre da lui
Amo questo furgone perché mi ci portava spesso, era fantastico per me stare con lui ed ammirare la sua capacità ed empatia con le persone, oltre a divertirmi un mondo stando su quel mezzo che ora è diventato un icona.
Le mie creazioni hanno un'anima pulsante, una storia da raccontare che sono pezzi di vita".


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Feeling wood


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Una storia tenera: il nonno restauratore, assomigliava a Geppetto e le ha insegnato tanto: ora vive in tutto ciò che Feeling wood crea! 

"Sono Arianna Pacini, ho 22 anni, sono una creativa autodidatta ed oggi voglio raccontarti della mia primissima creazione. 
Non la troverai sulla mia pagina, e non è in vendita, poiché risale a quasi quindici anni fa. 

Da piccola vivevo con i miei nonni in una casa in campagna, nonno Franco era un restauratore ed è stato proprio lui a trasmettermi l'amore per il legno, insegnandomi a lavorarlo valorizzandone ogni venatura. 

Quando avevo all'incirca 8 anni ero in fissa con Pinocchio, mi piaceva perché era un burattino di legno e Geppetto mi ricordava nonno. 

In un pomeriggio di primavera lui stava potando uno degli ulivi del suo campo, ad un certo punto lo sento urlare il mio nome, esco di casa e corro a vedere. 

Aveva tagliato per me un piccolo tronchetto con attaccato un ramoscello che con un po' di fantasia assomigliava ad un lungo naso. 
<<Guarda, sembra Pinocchio>>, disse.

Allora decidemmo di dare nuova vita a quel pezzo di ulivo altrimenti destinato al camino: lo incollammo ad un pomello che nonno aveva tolto da un vecchio mobile, poi io lo colorai e aggiunsi gli occhi, la bocca, le scarpette. 

Ho sempre amato creare, ma per molto tempo ho accantonato questa passione per lo studio. L'anno scorso, dopo un periodo di incertezza e dopo la scomparsa del nonno ho deciso di ridare sfogo alla mia creatività e di condividerla con gli altri, così nasce Feeling Wood. 

Ora mi piace immaginare che dietro ai miei intagli, ai miei gioielli in legno e resina e alle mie pirografie ci sia lui, mio nonno, ed anche quel piccolo Pinocchio un po' sbilenco e scolorito dal tempo, che tutt'ora conservo in casa mia, usandolo come appendi-chiavi".


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Elisabetta Pianezzi


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”Vorrei parlarti di un micetto realizzato in vetro tecnica Tiffany: grazie alla tua proposta l'ho tirato fuori dal cassettino dei ricordi”. Questa è la storia di Elisabetta Pianezzi.

“E' stato il primo lavoro che ho fatto con questa tecnica, realizzato come regalo per la cresima di una bambina che ha un posto speciale nel mio cuore.

Non volevo farle un regalo scontato, ma una cosa realizzata da me con amore e che rimanesse nel tempo. Ho scelto un micino per la tenerezza e Sofia ne è rimasta entusiasta!

Ho imparato questa tecnica da sola dapprima osservando in un laboratorio poi provando e ovviamente sbagliando! Col tempo e l'esperienza l'ho resa "mia" disegnando io stessa stessa i modelli.

Dal micio i miei lavori si sono evoluti e adesso mi piace molto unire le varie tecniche come vetro, ceramica, colori per vetro, legno, colori acrilici dando vita a lavori particolari e soprattutto nati dalla mia creatività”.


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Creazioni Babybù


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Questa è la storia di Babybù.

”Dopo la morte improvvisa di mio padre nel 2018 rischiavo di cadere in depressione, piangevo spesso da sola, lavoravo in una stireria ma ero ancora più triste.

Mi sono licenziata e mi sono iscritta a un serale, e l'anno scorso mi sono diplomata con un inaspettato 92.
Sembrava un anno fantastico e promettente, la fantasia iniziava a tornare e disegnavo su giacche di jeans, t-shirt scarpe.
Sognavo che questa mia passione potesse diventare un lavoro.
Ho comprato materiale anche molto costoso, ma dopo 6 mesi a novembre il mio migliore amico a 4 zampe muore in un mese.

Il mondo mi è caduto addosso: ho passato 3 mesi di black out totale, poi l’ho sognato e ho capito che anche se non era più sdraiato sui miei piedi mentre disegnavo lui voleva vedermi felice.
Sapevo che si stava avvicinando il concerto del mio idolo, così ho preso uno smanicato di jeans e un paio di scarpe in tela e ho ripreso a disegnare, a volte con i lacrimoni mentre ascoltavo le canzoni che mi facevano pensare solo a loro.
Ma alla fine del lavoro ero di nuovo felice e soddisfatta, anche se ho sempre paura che i miei lavori non piacciano e sono sempre critica verso me stessa, ero felice!

Sono riuscita di nuovo a terminare un lavoro e proprio come dice Vasco ho pensato

Prendi la strada che porta fortuna
Prendi la via che fa più paura
Prendi la cosa così
La vita è dura

Ed io non mi arrendo. Chissà che leggendo la mia storia, qualcuno non ritrovi come me la strada della speranza!”.


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Silvia Menna




Musica passioni e vita, per sempre connesse per Silvia Menna

Sono legata indissolubilmente a doppio filo ad ogni lavoro che ho realizzato: sono parte integrante di me stessa, e ognuno racconta una storia ben precisa e un periodo ben definito che ho vissuto. Sono tutti fatti a mano, ma soprattutto, forse ancora prima, di cuore, pancia e istinto. Adoro far scorrere le mie dita tra pagine di varie riviste e scegliere il disegno che più mi attira e colpisce. Ma è speciale anche realizzare i fiocchi nascita o altri lavori commissionati, lasciarmi trasportate da storie e racconti, per poi mettere tutto con ago e filo sulla tela Aida raccontandole.

Però un lavoro che ho fatto e che per me è un po' più speciale, c'è. Cucito punto dopo punto, solamente con la speranza di realizzare un piccolo, grande, sogno che avevo, che anche grazie al punto croce sono riuscita a coronare. Ed è una cosa che non scorderò mai. 

La Rua è una band della mia zona, ma per me da sempre molto ma molto di più. Da anni speravo di riuscire a conoscere quei fantastici ragazzacci, ma quello che è successo è stato molto di più: uno scambio unico tra artisti e pubblico magico, che non si può spiegare a parole. E sapere che ora un mio lavoro è nelle mani del mio idolo è una soddisfazione enorme che non capita tutti i giorni.

Quando si fa qualsiasi mestiere o cosa che ti mette a contatto con il pubblico possono accadere anche queste cose magiche. Tolte le frustrazioni, i vari momenti no, possiamo conoscere persone nuove, meravigliose, futuri amici, e a volte si creano connessioni fantastiche. Ci sono un mondo e una vita, dietro ogni quadro, fiocco, tovagliette da colazione che ho fatto. Tutto racconta una storia, parla di me e dei sogni che ho.


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Il giringiro di ViVo Creativity alla ricerca di arte ed handmade in Italia non si ferma qui e vi aspetta nella prossima puntata!



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